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La famiglia di Marah e Karim viveva una vita tranquilla nel quartiere di Al-Zaytoun a Gaza. La vita era stabile, i bambini frequentavano regolarmente la scuola e i genitori offrivano loro amore e cura.
Marah, 8 anni, riceveva trattamenti all’ospedale Hamad per problemi di mobilità al braccio e alla gamba sinistra, seguita da un programma di fisioterapia che l’aiutava a gestire la sua condizione.
Ma questa routine è stata distrutta quando la casa della famiglia è stata bombardata, uccidendo il padre dei bambini e due dei loro fratelli. Il resto della famiglia è sopravvissuto, tirato fuori dalle macerie dopo aver visto i propri cari morire davanti ai loro occhi.
“Ero felice a scuola, e tutta la mia vita era felice. Quando è arrivata la guerra, non eravamo più felici, e mio padre è stato ucciso. Lui ci portava dei giocattoli. Qualsiasi cosa chiedessi, lui ce la dava,” racconta Marah.
Ora vivono in una tenda e la famiglia è costretta a razionare l’acqua per far fronte alla sua scarsità. A volte, per avere abbastanza acqua per cucinare, non riescono nemmeno a lavarsi, e questo ha causato dolorose eruzioni cutanee sui bambini.
“La vita non esiste più. Gli elementi di base della vita a Gaza sono spariti. Non mangiamo cibo adeguato, non beviamo acqua pulita, non indossiamo vestiti decenti, né dormiamo bene. La nostra vita è fatta di stanchezza,” dice la madre di Marah.
“Nessuna scuola per i nostri bambini, nessun asilo, nessuna università per i nostri studenti, nessun lavoro per i nostri figli. Cosa c’è ora? Distruzione. Ovunque vai, c’è solo distruzione.”
Karim, il fratello di Marah, 13 anni, soffre di asma, peggiorata dalla mancanza di farmaci e dal fumo dei fuochi di legna che molte famiglie sono costrette a usare per cucinare.
La salute di Marah sta peggiorando. Nonostante la determinazione della madre di fare lunghe camminate per portarla in fisioterapia, le cliniche mancano di attrezzature adeguate. Marah spesso torna a casa in lacrime, troppo stanca per giocare, seduta in silenzio nella tenda mentre gli altri bambini corrono.
Anche l’istruzione, è stata interrotta. Con le scuole distrutte e il sistema educativo frammentato, le circostanze hanno reso lo studio una sfida sempre più difficile.
Nonostante tutto, Marah e Karim continuano a mantenere la speranza. Marah sogna di diventare una dottoressa e Karim spera di diventare un giorno insegnante di matematica.
“Amavo la matematica. Studiavo con impegno e rispondevo molto in classe,” dice Karim.
Grazie ai nostri generosi donatori, Islamic Relief sta sostenendo migliaia di bambini orfani come Marah e Karim a Gaza, ma oltre 7.000 bambini stanno ancora aspettando di essere sostenuti da un donatore.
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