Mentre un operatore umanitario di Islamic Relief* a Gaza torna alla sua scuola superiore, ora un rifugio di fortuna, per prendere parte a una distribuzione, racconta delle terribili condizioni di vita affrontate dalle famiglie che lottano per sopravvivere
Ci stiamo avvicinando al 270° giorno di questa guerra disumana e brutale. Le condizioni di vita sono peggiorate e anche i compiti più semplici richiedono uno sforzo enorme. Le scorte d’acqua sono così scarse che piccole cose come lavarsi la faccia al mattino o bollire un uovo sembrano fantasie. Ottenere il gas da cucina è diventato un sogno.
Siamo ormai in estate e le temperature stanno aumentando parecchio. È difficile per noi restare in casa con questo caldo torrido: per le persone che vivono nelle tende deve essere insopportabile. Non c’è scampo dal caldo, soprattutto di notte. La notte scorsa mio figlio dormiva in una pozza di sudore. Ha iniziato ad avere degli sfoghi cutanei, che sono ancora più difficili da curare quando non abbiamo abbastanza acqua per lavarci.
Ancora una volta vi dico, miei cari lettori, che questa non è vita, è morte. Non siamo nemmeno vicini a vivere alcun tipo di vita umana. Essere privati dei nostri diritti umani fondamentali dovrebbe essere inimmaginabile nel 21° secolo, eppure è trasmesso in streaming in tutto il mondo e sembra che nessuno si preoccupi di aiutarci.