La discriminazione contro le donne con disabilità deve cessare

Nelle comunità colpite da conflitti, le persone con disabilità sono spesso perseguitate, costrette a fuggire dalle proprie case e private dei diritti umani fondamentali – e in genere trovano maggiori difficoltà ad accedere ad aiuti. Per le donne è ancor più difficile.

Il nostro consulente per la protezione e l’inclusione Sherin Al Shaikh Ahmed fa luce sulla nuova ricerca di Islamic Relief, sul problema e sui modi con cui possiamo assicurarci che l’azione umanitaria includa le persone con disabilità.

Islamic Relief ha collaborato con l’International Disability Alliance (IDA) per studiare le esperienze delle persone con disabilità che vivono nei campi profughi del Sud Sudan, fuggite al conflitto nel Tigray, in Etiopia.

Il report mostra “una chiara evidenza della persistente esclusione delle persone con disabilità durante qualsiasi risposta umanitaria, che minaccia ulteriormente la situazione delle persone con disabilità e viola i loro diritti fondamentali”.

Molti rifugiati con disabilità che vivono nel campo faticano ad accedere al cibo, all’assistenza sanitaria e all’istruzione, nonché all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie. Sono stati anche spesso esclusi nei processi decisionali o nella nomina della leadership del campo e dei comitati di gestione.

Coloro che sono fuggiti da soli hanno perso il sostegno dei loro cari e hanno quindi affrontato situazioni di insicurezza e sfruttamento. 

Donne e bambini corrono ulteriori rischi

Il report si focalizza sull’esperienza di donne e bambini con disabilità e sui rischi che devono affrontare. Le donne e le ragazze con disabilità intellettive e psicosociali sono risultate più vulnerabili alla violenza sessuale, a causa della mancanza di informazioni sulla violenza di genere o della mancanza di consapevolezza sulla sicurezza personale e sulle misure di protezione.

Alcune zone del campo sono state segnalate come non sicure da donne e ragazze con disabilità a causa dell’abuso di alcolici tra gli uomini. *Fatima, una giovane donna con disabilità fisiche, ha detto che si sentiva a disagio nello spostarsi di notte nel campo, perché è scarsamente illuminato.

Inoltre, donne e ragazze dipendono da altre persone con disabilità e molte hanno scoperto di dover affrontare molestie e sfruttamento quando cercavano di trovare supporto.

Particolarmente difficile è stata l’intervista ai genitori di una donna con disabilità nel campo di Um Rakuba. In assenza di altre reti di supporto, stanno lottando per prendersi cura della figlia. È una lotta per loro trovare cibo, acqua e vivere con le strutture inaccessibili del campo.

Ci hanno anche raccontato di come si sentano isolati e impotenti e non sono in grado di sostenere la figlia per poter partecipare alle attività del campo.

Una risposta umanitaria inclusiva è fondamentale

Islamic Relief è consapevole dell’importanza di un programma umanitario inclusivo che onora i suoi impegni per l’inclusione della disabilità, al fine di garantire che le persone con disabilità abbiano pari diritti e opportunità di accedere all’assistenza umanitaria e vi partecipino allo stesso modo.

Islamic Relief invita le organizzazioni umanitarie a porre le persone con disabilità in prima linea nella loro azione umanitaria. 

Ciò dovrebbe basarsi su norme e standard adottati a livello internazionale, tra cui la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e le Linee guida IASC sull’inclusione delle persone con disabilità nell’azione umanitaria.

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