Tufail Hussain, CEO ad interim per Islamic Relief Worldwide, afferma:
“Siamo inorriditi dalle notizie dei soldati che hanno sparato proiettili di gomma e gas lacrimogeni ai fedeli in preghiera al Alqsa, il terzo luogo sacro per l’Islam, durante il benedetto mese di Ramadan. Il diritto di pregare liberamente e in sicurezza deve essere garantito indipendentemente dal credo.
Tra le centinaia di persone ferite negli scorsi giorni, vi erano anche bambini, e molti sono stati portati urgentemente in ospedale.
Condanniamo ogni uso della violenza indiscriminata contro i civili. Inoltre, condanniamo i tentativi di espellere con la forza le famiglie palestinesi dalle loro case a Gerusalemme Est, nel quartiere di Sheikh Jarrah e occuparli con insediamenti israeliani. Invitiamo il governo israeliano a cessare immediatamente le espulsioni, che l’ONU ha definito contro le leggi internazionali, e invitiamo l’ONU e gli attori coinvolti a facilitare l’assistenza umanitaria necessaria per tutti coloro colpiti dalle recenti violenze.”
Centinaia di palestinesi a Gerusalemme Est affrontando la costante minaccia di essere espulsi o che le loro case siano distrutte, o che perdano lo status di cittadini. Nei primi mesi del 2021, le autorità israeliane hanno demolito 292 strutture di proprietà di palestinesi in Cisgiordania – più del doppio rispetto al 2020. Allo stesso tempo, gli insediamenti israeliani continuano ad espandersi a Gerusalemme Est.
L’occupazione israeliana ha sistematicamente diviso Gerusalemme Est dal resto della Cisgiordania, violando i diritti umani e aggravando la povertà. I palestinesi affrontano gravi restrizioni ai loro movimenti, escludendoli così dai servizi essenziali, dai loro cari, dai luoghi religiosi, dai mercati e dalle fonti di sussistenza. Di conseguenza, Gerusalemme Est ha un alto tasso di povertà.
Lo staff di Islamic Relief a Gaza riferisce che la situazione è sempre più grave a causa delle tensioni nei Territori Occupati Palestinesi nel corso degli scorsi giorni.
Islamic Relief esorta a cessare le violenze dalle parti coinvolte e di porre fine al blocco su Gaza.
Islamic Relief è presente nei Territori Occupati Palestinesi dal 1997. Lo scorso anno il nostro programma a Gaza ha aiutato circa 400.000 persone con assistenza medica essenziale, accesso all’istruzione e formazione per i giovani disoccupati.