Idlib: 90% dello staff di Islamic Relief parte del recente esodo di massa di 700 mila persone

Negli ultimi due mesi, 15 strutture mediche supportate da Islamic Relief sono state danneggiate o completamente distrutte, mentre almeno 55 luoghi in cui l’organizzazione distribuisce cibo sono stati quasi annullati a causa dei bombardamenti. Solo nelle ultime quattro settimane, il nostro team ha registrato 428 attacchi vicino a queste località.

Islamic Relief è una delle poche agenzie umanitarie ancora operanti sul territorio siriano. I nostri team continuano a portare avanti il lavoro nonostante l’esposizione costante a rischi e pericoli. Aiutaci a continuare a salvare vite.

 

 

 

Il direttore di Islamic Relief Siria ha dichiarato:

“La portata dello sfollamento che abbiamo visto nelle ultime 10 settimane, anche per gli standard siriani, è semplicemente inimmaginabile – ed è senza dubbio il peggiore da quando è iniziata la crisi nel 2011.
In alcuni punti, la fila di veicoli in fuga verso nord per cercare sicurezza ha raggiunto i 40 km di lunghezza. La maggior parte delle persone non possiede auto e si arrampica su camion o motociclette straripanti o, addirittura, su carri trainati da animali, pur di fuggire. Alcuni sono a piedi e portano parenti, anziani o bambini sulla schiena.

Il novanta per cento del nostro stesso staff a Idlib è dovuto fuggire di recente. Le loro case sono state distrutte o colpite, eppure continuano a venire a lavorare la mattina per aiutare i loro compaesani, nonostante le loro famiglie stiano lottando per trovare un posto in cui vivere.

Non è più rimasto nessun posto in cui andare. La gente vive in edifici bombardati e persino in una prigione prima che, a sua volta, venisse attaccata. Ci si stringe in minuscole stanze con i parenti, dormendo ai margini di squallidi campi sovraffollati e coprendosi con teli di plastica nel tentativo di proteggersi dalle gelide notti. Le previsioni di nevicate in tutta l’area nei prossimi giorni non può che peggiorare la situazione.

Nel frattempo, il nostro lavoro sta diventando sempre più pericoloso. Nelle ultime 10 settimane, 15 strutture mediche supportate da Islamic Relief sono state danneggiate o completamente distrutte, mentre almeno 55 luoghi in cui distribuiamo cibo sono stati quasi annullati a causa delle bombe. Le persone sono spaventate e temono di rimanere vittime di attacchi recandosi nei nostri punti di distribuzione di aiuti. Stiamo facendo il possibile per spostare le nostre operazioni ma con i continui bombardamenti, è difficile sapere cosa accadrà.

Abbiamo urgente bisogno di cibo, acqua, medicine e rifugi. Abbiamo anche un disperato bisogno di carburante poiché i prezzi sono aumentati del 20% nell’ultimo mese, costringendo gli ospedali a chiudere tutte le operazioni tranne quelle di emergenza.

Dobbiamo garantire un cessate il fuoco ed una protezione immediata per gli operatori umanitari, i siti di distribuzione degli aiuti e tutte le infrastrutture civili, come scuole e ospedali, che hanno sopportato il peso di questa crisi per troppo tempo.”

* Ahmed Mahmoud è il direttore di IR Siria. Per motivi di sicurezza, scrive con uno pseudonimo.

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