09 ottobre 2024, Amman
Il 6 ottobre 2024, Israele ha emesso nuovi ordini di sfollamento di massa indirizzati ai palestinesi rimasti nella Striscia di Gaza settentrionale, ordinando loro di andarsene a sud. Questa mossa peggiorerà la già terribile situazione umanitaria nel nord e ha impedito alle organizzazioni umanitarie internazionali e nazionali di svolgere operazioni di soccorso già molto limitate. I nuovi ordini hanno impedito agli attori umanitari di fornire beni di prima necessità come servizi sanitari, acqua pulita, cibo e servizi nutrizionali, sottraendo le rimanenti linee di vita alla popolazione civile.
Nessun luogo a Gaza è sicuro per i civili. Data la gravità delle necessità, gli attori umanitari devono essere in grado di distribuire aiuti e continuare il loro lavoro, senza la minaccia di sfollamento o operazioni militari. Le organizzazioni umanitarie sottoscritte esortano tutte le parti in conflitto a rispettare i propri obblighi di proteggere i civili e facilitare l’accesso umanitario senza ostacoli in ogni momento.
Le Nazioni Unite stimano che 400.000 persone sono nel nord. Domenica, Israele ha ordinato ai residenti di fuggire attraverso rotte pericolose verso aree già sovraffollate come Al-Mawasi nel sud. Queste aree rimangono insicure con combattimenti attivi e attacchi aerei continui, nonostante siano state designate unilateralmente da Israele come “zone umanitarie”. Dato il breve preavviso per spostarsi e la grande popolazione nell’area interessata, è probabile che molti rimangano, aumentando il rischio di ulteriori vittime civili.
Le organizzazioni umanitarie sottoscritte chiedono la protezione di tutti i civili in linea con il diritto umanitario internazionale e sono particolarmente preoccupate per i bambini, le donne incinte con complicazioni o in fasi avanzate di gravidanza e altre persone malate, anziane, disabili o altrimenti impossibilitate ad andarsene. I nuovi ordini hanno un impatto sui palestinesi che vivono vicino al corridoio di Netzarim. Ulteriori report indicano che Israele intende espandere il corridoio di Netzarim per rafforzare la separazione tra nord e sud, impedendo di fatto alle persone di tornare a nord e limitando ulteriormente il flusso di aiuti a una popolazione che sta già sopportando livelli catastrofici di fame.
I civili che non lasciano l’area non perdono il loro diritto alla protezione. Secondo il diritto umanitario internazionale, Israele è definita come potenza occupante e parte del conflitto. Entrambi i ruoli comportano obblighi di garantire la protezione della popolazione civile e facilitare il loro accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari.
Paula Gaviria Betancur, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani degli sfollati interni, ha affermato che:
“Israele sta cercando di modificare in modo permanente la composizione della popolazione di Gaza con ordini di evacuazione in continua espansione e attacchi diffusi e sistematici contro i civili e le infrastrutture civili”, in violazione del DIU.*
Le organizzazioni umanitarie sottoscritte chiedono un cessate il fuoco permanente, la protezione dei civili e un aumento degli aiuti umanitari.
Firmatari:
1. ActionAid
2. Action for Humanity
3. CARE International
4. Danish Refugee Council (DRC)
5. Gender Action for Peace and Security (GAPS)
6. HelpAge International
7. Humanity & Inclusion/ Handicap International (HI)
8. Islamic Relief
9. Medical Aid for Palestinians (MAP)
10. Médecins du Monde Francia, Spagna e Svizzera
11. Middle East Children’s Alliance (MECA)
12. Norwegian People’s Aid (NPA)
13. Oxfam
14. Plan International
15. Premiere Urgence Internationale
16. Save the Children
17. Terre des Hommes Italia
18. Norwegian Refugee Council (NRC)
19. War Child