Decine di migliaia di civili a rischio in Yemen se non si considera la possibilità di un accordo di pace
Le parti in guerra nello Yemen non possono permettersi di sprecare un’altra occasione per concordare un significativo cessate il fuoco e fermare la crescente crisi umanitaria, avverte Islamic Relief in vista dei colloqui di pace a Ginevra.
Le trattative sponsorizzate dall’Onu sono le prime che si svolgono in più di due anni e devono essere considerate un’opportunità per risolvere il conflitto in cui migliaia di persone hanno perso la vita.
La guerra, ora arrivata al suo quarto anno, è una catastrofe interamente causata dall’uomo in cui malattie come il colera sono dilagate, le cure mediche sono diventate scarse ed i tassi di malnutrizione sono aumentati.
Il CEO di Islamic Relief, Naser Haghamed, ha avvertito che ulteriori ritardi nel garantire un significativo cessate il fuoco peggioreranno la già catastrofica situazione umanitaria.
“Per anni, i civili yemeniti sono stati bombardati via aerei e via terra, sono stati lasciati morire di fame nelle loro case e negli ospedali che non hanno più risorse per curarli. Non hanno nessun posto in cui andare ed hanno terminato tutte le risorse che avevano una volta.
Intere città, come Hodeida, sono state ridotte a città fantasma dal momento che le famiglie che le abitavano sono fuggite diverse volte. Le condizioni sono disastrose, la gente dorme all’aperto, senza servizi igienici, senza un riparo, senza cibo e senza medicine. Le famiglie sono costrette a guardare i propri cari perdere la vita, mentre il resto del mondo guarda dall’altra parte.
Tutte le parti coinvolte devono smettere di ignorare la difficile condizione del popolo yemenita, presentandosi al tavolo delle negoziazioni in buona fede e con un sincero desiderio di trovare una soluzione duratura a questo conflitto. Semplicemente, non possiamo lasciare che un’altra opportunità ci scivoli via dalle mani: le conseguenze dell’inazione sono troppo dolorose.”
Il conflitto è giunto al suo quarto anno e oltre 22 milioni di persone – tre quarti della popolazione – hanno disperatamente bisogno di aiuti umanitari e protezione. Circa 8,5 milioni di persone non sanno da dove verrà il loro prossimo pasto, con le condizioni ottimali per la diffusione di una nuova epidemia di colera, che avrà pesanti conseguenze soprattutto per i più giovani e deboli. La minaccia di una carestia è molto reale.
Secondo l’ONU, più di 2.200 bambini sono morti come conseguenza diretta del conflitto, ma altre decine di migliaia a causa di malattie prevenibili, con almeno un bambino che muore ogni dieci minuti in Yemen.
Nase Haghamed ha detto:
“Lo Yemen si trovava già in condizioni terribili prima del conflitto, ma anni di conflitto lo hanno fatto sprofondare nella disperazione, situazione che è peggiorata ulteriormente per le restrizioni in corso sull’ingresso e l’accesso degli aiuti.
La garanzia di un pieno e libero accesso degli aiuti umanitari deve essere una delle prime questioni da affrontare a Ginevra, con tutte le parti che si attivino per garantire che i civili e gli operatori umanitari non solo ottengano le forniture di cui hanno bisogno, ma che possano farlo in tutta sicurezza.
La comunità internazionale deve anche aumentare il suo sostegno finanziario ed esercitare la sua influenza diplomatica per garantire che le trattative siano un passo fondamentale per porre fine a questa guerra insensata.”
NOTE
Essendo uno dei maggiori partner del World Food Programme delle Nazioni Unite, Islamic Relief sta attualmente fornendo assistenza alimentare a più di 1,3 milioni di persone in sei governatorati del paese.
Stiamo anche fornendo acqua potabile, servizi igienici e assistenza sanitaria a più di 234.921 persone.