Lo staff di Islamic Relief a Gaza ci riferisce che i bambini rappresentano una percentuale sempre più elevata tra le vittime, con gli ultimi dati che mostrano che un bambino è stato ucciso circa ogni cinque minuti negli ultimi due giorni.
Mentre i civili e gli operatori umanitari continuano ad essere attaccati, Islamic Relief può confermare che il suo ufficio principale a Gaza City è stato gravemente danneggiato dai bombardamenti degli ultimi giorni. Anche se in quel momento non c’era nessuno, l’ufficio ora non è più funzionante. Condanniamo fermamente tutti gli attacchi contro gli operatori, le strutture e le operazioni umanitarie.
Le nostre squadre continuano a fornire cibo vitale e altri aiuti a migliaia di famiglie sfollate, ma gli operatori umanitari lo trovano sempre più pericoloso. Secondo le Nazioni Unite, più di 30 operatori umanitari e operatori sanitari sono stati uccisi.
La crisi umanitaria aumenta di ora in ora, eppure Gaza è ancora sotto assedio israeliano e tutti gli aiuti nella zona sono bloccati. L’annuncio che i primi 20 camion umanitari saranno ammessi attraverso il valico di Rafah con l’Egitto deve ancora concretizzarsi e i camion stanno ancora aspettando di entrare, con l’ONU che afferma che continuano a subire restrizioni. I pesanti bombardamenti israeliani intorno a Rafah hanno causato ingenti danni alle strade, rendendo ancora più difficile far arrivare gli aiuti.
Anche se dovessero entrare, 20 camion sarebbero solo una piccola parte del necessario. Prima dell’escalation, ogni giorno entravano a Gaza circa 100 camion di aiuti – e ora i bisogni sono molto maggiori.
Molte famiglie sono a corto di cibo, e fanno la fila per ore per avere qualcosa da mangiare. Solo cinque mulini a Gaza sono ancora in funzione e le scorte di farina si stanno rapidamente esaurendo. La mancanza di carburante e forniture mediche significa che gli ospedali devono scegliere quali pazienti curare, e i chirurghi affermano che stanno usando l’aceto per curare le ferite perché non hanno nient’altro.
Ospedali, ambulanze, moschee, chiese, scuole e rifugi per le famiglie sfollate sono stati tutti bombardati negli ultimi giorni, e quasi una casa su tre è ora danneggiata o distrutta. Moschee, tra cui la Grande Moschea Omari, sono state bombardate, così come un’importante chiesa storica dove si sono rifugiati i civili.
Islamic Relief chiede un cessate il fuoco immediato e il rispetto del diritto internazionale. Tutte le parti hanno il dovere di proteggere i civili dai danni, evitare di prendere di mira le infrastrutture civili come ospedali e strutture umanitarie e garantire che i civili abbiano accesso a beni di prima necessità come acqua, cibo ed energia. Al momento tale dovere evidentemente non viene rispettato.
1 Secondo i dati pubblicati dalle Nazioni Unite, il bilancio delle vittime a Gaza ha superato le 4.000 persone, tra cui almeno 1.524 bambini. Almeno 671 di questi bambini sarebbero stati uccisi negli ultimi due giorni. 1.400 persone in Israele sono state uccise.