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Il sisma, di magnitudo 6.0, ha colpito la provincia di Nangarhar il 31 agosto, causando una profonda devastazione anche nelle province vicine di Kunar e Laghman. Il bilancio delle vittime è aumentato rapidamente con l’arrivo delle squadre di soccorso nelle aree più remote. Tre forti scosse di assestamento (il 2 e 4 settembre) hanno aggravato ulteriormente la situazione, causando nuove vittime e danni a strade e rifugi.
Molti dei villaggi colpiti si trovano in zone montuose e isolate. Le frane hanno ostruito le vie d’accesso, costringendo i soccorritori a raggiungere i sopravvissuti a piedi o ad evacuare i feriti in elicottero. Interi villaggi sono stati rasi al suolo. Le persone hanno perso tutto: case, cibo, beni essenziali, accesso all’acqua e cure mediche.
Interi villaggi sono stati ridotti a fango e macerie nella provincia di Kunar e il numero delle vittime continua a crescere di ora in ora. Fortunatamente il nostro team nella regione colpita è sano e salvo, e abbiamo già inviato una squadra sanitaria d’emergenza per portare aiuti immediati ai sopravvissuti. Le persone hanno perso tutto e hanno bisogno urgentemente di cure mediche, cibo, acqua e riparo. Le aree colpite sono rurali, remote e montuose, e frane e inondazioni stanno rendendo ancora più difficile l’accesso. Si tratta di villaggi poveri, dove molte abitazioni sono costruite in fango o con materiali fragili, che sono crollati completamente.
Il nostro team sanitario sul campo è stato tra i primi ad arrivare in zona, operando nel villaggio di Badenzoy, nella valle di Diwagal (distretto di Chawkay, provincia di Kunar). In pochi giorni, oltre 1.200 consultazioni mediche sono state effettuate. Islamic Relief ha anche distribuito: tende familiari, kit NFI (inclusi lampade solari, teli di plastica, e coperte ignifughe), kit igienici, latrine d’emergenza.
Nel frattempo, il nostro personale – incluso personale sanitario femminile – continua a fornire cure per madri e bambini, supporto psicologico, nutrizione e servizi salvavita in condizioni estremamente difficili.
Il team di Islamic Relief sul campo sta intervenendo in particolare nelle zone della provincia di Kunar, offrendo servizi sanitari essenziali, tra cui cure per madri e bambini, trattamento delle ferite, supporto nutrizionale e assistenza psicologica per i traumi.
L’impatto del sisma è stato particolarmente grave perché il terremoto è avvenuto a una profondità molto superficiale, solo 8 km sotto la superficie terrestre. La risposta all’emergenza è ulteriormente ostacolata dalle gravi inondazioni che hanno colpito le province di Kunar e Nangarhar nei due giorni precedenti il sisma.
Questa catastrofe arriva in un momento già estremamente difficile per la popolazione afghana, che sta affrontando una grave siccità e le conseguenze dei tagli globali agli aiuti umanitari, che hanno causato la chiusura di servizi essenziali come centri sanitari e nutrizionali.
I servizi del paese sono inoltre sotto pressione a causa del massiccio afflusso di afghani rimpatriati da Iran e Pakistan: più di 2,4 milioni di persone sono rientrate quest’anno, molte delle quali in condizioni di salute precarie e senza un posto dove vivere. Islamic Relief sta offrendo supporto anche a queste persone al loro arrivo.
Islamic Relief opera in Afghanistan da oltre 20 anni. Solo lo scorso anno, abbiamo sostenuto più di 636.000 persone in 20 delle 34 province del Paese, fornendo aiuti in ambiti come alimentazione, nutrizione, assistenza sanitaria, istruzione e mezzi di sussistenza sostenibili.
Nelle province colpite dal terremoto, Kunar e Nangarhar, Islamic Relief sostiene anche agricoltori per migliorare la produzione agricola e sostiene le piccole imprese locali. L’organizzazione è inoltre intervenuta in risposta ai terremoti avvenuti in Paktika e Herat.
La crisi umanitaria in Afghanistan orientale continua a peggiorare, con le valutazioni sul campo che evidenziano una situazione catastrofica. Le squadre di emergenza hanno finora raggiunto solo una parte dei villaggi colpiti, ma i dati raccolti delineano già un quadro drammatico. Migliaia di famiglie hanno perso la casa, i propri beni e le scorte alimentari. Interi villaggi sono stati rasi al suolo e molte persone sono rimaste senza alcun tipo di riparo, costrette a vivere all’aperto, esposte alle intemperie e al freddo. La maggior parte delle abitazioni è completamente distrutta o gravemente danneggiata, rendendo impossibile il rientro in condizioni di sicurezza.
Il bilancio delle vittime è altissimo, il sistema sanitario locale è in ginocchio: molte strutture non sono operative e, dove funzionano, mancano medicine e attrezzature di base. La necessità di assistenza sanitaria è enorme e cresce di giorno in giorno, mentre migliaia di persone non hanno accesso nemmeno all’acqua potabile o a servizi igienici adeguati.
Le condizioni nei villaggi colpiti sono disperate. La quasi totalità delle famiglie ha perso tutto: vestiti, coperte, utensili domestici. Molti mercati sono chiusi e inaccessibili, e dove sono aperti i prezzi sono così alti da renderli irraggiungibili per la maggior parte delle persone. Anche raggiungere le aree più isolate è una sfida: alcune zone non sono accessibili via terra e i soccorsi devono affrontare ostacoli continui legati alla conformazione montuosa del territorio e ai danni infrastrutturali.
In questo contesto, gli interventi prioritari riguardano la fornitura urgente di tende familiari e beni non alimentari di prima necessità, ma è altrettanto fondamentale avviare subito la costruzione di ripari transitori più solidi, in vista dell’arrivo dell’inverno. È indispensabile rafforzare i servizi sanitari con cure per traumi, medicinali e ambulanze, garantire accesso all’acqua potabile e prevenire il rischio di epidemie attraverso la distribuzione di kit igienici e la costruzione di latrine.
La sicurezza alimentare resta una delle principali emergenze: c’è urgente bisogno di razioni alimentari, pasti pronti e supporto nutrizionale, in particolare per bambini e madri. Dove possibile, è essenziale fornire anche sostegno economico diretto, affinché le famiglie possano acquistare ciò di cui hanno più bisogno in autonomia e dignità.
di persone necessitano assistenza umanitaria
della popolazione ha difficoltà a soddisfare i propri bisogni alimentari di base
di bambini sotto i cinque anni si stima soffrano di malnutrizione
La comunità internazionale deve continuare a sostenere e fornire aiuti umanitari e sostegno ai bisogni umani fondamentali attraverso le organizzazioni non governative (ONG) e le agenzie delle Nazioni Unite.
Islamic Relief invita tutte le parti a garantire che la fornitura efficiente di aiuti umanitari sia resa possibile e che l’accesso illimitato, rapido, sicuro e senza ostacoli per tutto il personale umanitario, comprese le donne, sia applicato in conformità con il diritto internazionale. Ciò vale per le agenzie delle Nazioni Unite, le organizzazioni non governative internazionali e locali e altri attori umanitari.
Chiunque solleverà un Musulmano da un peso dai fardelli del mondo, Allah lo solleverà da un peso dai fardelli nel Giorno del Giudizio.